MAGLIA AZZURRA

    Milano, 10 ottobre 2025 โ€“ Elia Viviani dice addio al mondo del ciclismo e dellโ€™agonismo e lo fa con due ultime pedalate. Prima, sulle vie di casa, al Giro del Veneto del 15 ottobre, per onorare i luoghi dove รจ cresciuto e poi sulla pista, che tanto gli ha saputo regalare, in occasione dei Mondiali di Santiago del Cile (22โ€“ 26 ottobre 2025). Dopodichรฉ, lโ€™azzurro scenderร  da quel sellino con il sorriso e lโ€™eleganza che lโ€™hanno sempre contraddistinto, sapendo di aver dato tutto. Classe 1989, Viviani รจ sereno, fiero del proprio percorso. Non potrebbe essere altrimenti dopo anni in cui ha conseguito straordinari successi e ha portato in alto i colori azzurri.

    Portabandiera ai Giochi di Tokyo 2020, insieme a Jessica Rossi, in bacheca vanta tre medaglie olimpiche su pista. Indimenticabile รจ lโ€™oro vinto nellโ€™omnium a Rio de Janeiro 2016 (nella foto), il bronzo, sempre nellโ€™omnium a Tokyo 2021 e lโ€™argento con Simone Consonni, nellโ€™americana, a Parigi 2024. Il palmarรจs รจ poi arricchito da otto podi mondiali e da piรน di dieci ori europei. Su strada ha collezionato 90 successi, tra cui spiccano le cinque tappe al Giro dโ€™Italia, tre alla Vuelta e una al Tour de France. Di seguito il suo pensiero di commiato affidato alla stampa.

    “Rifarei tutto. Sono contento della carriera che ho fatto, non posso rimproverarmi nulla. Forse manca allโ€™appello un titolo mondiale su strada, ma sono troppe le componenti che entrano in gioco.

    Il percorso della rassegna iridata di quellโ€™anno, a Doha, era adatto alle mie caratteristiche ma ho preferito concentrarmi sui Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016. Non puoi controllare le cose: ho vinto tappe al Giro dโ€™Italia, al Tour de France e alla Vuelta, non posso colpevolizzarmi per quello che non รจ arrivato.

    Ci sono stati momenti duri e batoste su strada. Penso a quando, nel 2013, persi lโ€™occasione di vincere la maglia rosa, nella prima tappa di Napoli, bruciรฒ tantissimo e non posso scordarmi di come andarono su pista le Olimpiadi di Londra 2012. Tutto serve, tutto รจ una tappa di passaggio per quello che devi arrivare ad ottenere: magari senza Londra non ci sarebbe stato il successo di Rio.

    Tutte le sconfitte, i momenti no, li ho vissuti come punti di partenza, come spinta per avere nuove motivazioni.

    Ho cominciato questโ€™ultima stagione volendo dimostrare qualcosa, volevo essere io a dire basta, anche se molti mi hanno chiesto in questi mesi se volessi smettere. So di essere ancora a un buon livello e per questo voglio chiudere ai Mondiali, puntando magari alla maglia iridata. In questa annata volevo dimostrare di essere competitivo e tornare in un grande Giro. Mi sono accorto che mi mancava vivere il ciclismo in un certo modo, essere davanti ai tifosi. La mia squadra mi ha dato la possibilitร  di correre la Vuelta: la vittoria รจ mancata per un soffio, ma nel complesso sono riuscito a giocarmela realmente solo un giorno, facendo fatica, cosa che ai giovani spesso non succede. รˆ giusto cosรฌ, serve consapevolezza. La fusione del team Lotto, con unโ€™altra squadra, mi ha convinto ancora di piรน che questo sarebbe stato lโ€™ultimo anno: giร  nel 2024 ci sono stati vari problemi e non volevo cambiare di nuovo. Ho vissuto questi mesi pensando che ogni gara potesse essere lโ€™ultima.

    Succede di passare dal vincere, come accaduto, anche quasi 20 gare, a nessuna: non รจ quello che voglio e volevo per me.

    Sai che รจ il momento di lasciare andare tutto quando non sei competitivo come sempre o per esserlo ogni cosa deve andare secondo i piani, quando un tempo non era cosรฌ.

    Fortunatamente, ma ne parlerรฒ piรน avanti, non mancano le proposte per il post carriera, ho voglia di lanciarmi in una nuova avventura. La prima con cui ho condiviso la scelta รจ stata mia moglie Elena, che da ciclista professionista, vive questo sport a 360ยฐ. Ha condiviso con me tutte le considerazioni del caso.

    Credo di avere avuto tanto dal ciclismo e soprattutto i giusti riconoscimenti. Fuori dal mio ambito sono conosciuto per il successo alle Olimpiadi di Rio o per aver fatto da portabandiera a Tokyo 2020. Nel mio mondo, la Federazione mi รจ sempre stata vicina. Su pista sono stato un punto di riferimento e per le mie caratteristiche, su strada, ho vinto tanto.

    Ricordo la prima tappa a Genova, inseguita per anni, nel 2015 e poi il Giro del 2018. Sono stati i 20 giorni piรน belli della mia carrieraโ€ฆin Italia davanti ai nostri tifosi, con quattro tappe vinte e la maglia ciclamino. Indimenticabile รจ anche la tappa vinta al Tour: solo conquistandone una capisci cosa significhi vincere in quella corsa. O ancora, il successo di Madrid alla Vuelta, con il sole che stava tramontando: la foto della premiazione ce lโ€™ho impressa nella mente proprio come se fossi lรฌโ€ฆ.

    Grazie al ciclismo ho avuto opportunitร  uniche e ho lasciato il segno in ogni posto, cosa che mi rende orgoglioso. Il mio sport mi ha formato, mi ha cresciuto e mi ha insegnato a vivere. Ho iniziato quando andavo a scuola, ho dovuto capire come gestire gli impegni, qualcosa che va oltre la dimensione da sportivo. Mi ha regalato soddisfazioni e ripagato degli sforzi fatti: ne valeva la pena.

    Ho cominciato a 8 anni, in una piccola squadra e grazie a un compagno che faceva ciclismo. Tutti praticavano calcio, io volevo provare qualcosa di diverso. Ho perso la mia prima gara contro un mio omonimo: non capita tutti i giorni di perdere contro qualcuno che si chiami Elia. In seguito, lโ€™ho battuto e abbiamo fatto un poโ€™ di gare insieme, siamo stati compagni di squadra. Il mio primo colpo di pedale รจ legato a una sconfitta.

    Non dimentico nemmeno il periodo tra i 17 e 18 anni, quando il ciclismo รจ diventato qualcosa di serio e sono aumentati gli impegni. Ogni momento della mia vita da sportivo, lโ€™ho vissuto accompagnato da persone giuste e posso dire di essere molto fortunato. In ogni passaggio di categoria ho sempre trovato ambienti sani che mi hanno permesso di crescere. Non posso non avere un pensiero per casa mia, dove tutto รจ iniziato. Per una serie di coincidenze, questโ€™anno, lโ€™arrivo del Tour del Veneto sarร  a Verona. Mi รจ sembrato il giorno perfetto per salutare le competizioni su strada. Sarร  una gara davanti ai miei tifosi e familiari e sarร  una giornata emozionante. Il percorso non รจ proprio nelle mie corde, un poโ€™ troppo duro, ma forse รจ meglio cosรฌ. Non dovrรฒ pensare solo alla mera prestazione, potrรฒ godermi ogni cosa al meglio. Si chiuderร  un cerchio. Sono appagato, orgoglioso soprattutto di quellโ€™oro olimpico, inseguito da quando lo persi a Londra: il podio di Rio รจ stato cercato e costruito. รˆ stato il risultato di un progetto e credo anche sia stato un trampolino di lancio per il movimento azzurro su pista. Sono infine fiero di aver rappresentato il mio Paese come portabandiera. รˆ stata premiata la persona e quello che ha fatto per questo sport.”

    Elia Viviani

    Il saluto di Elia Viviani: "Fiero del percorso fatto"

    Milano, 10 ottobre 2025 โ€“ Elia Viviani dice addio al mondo del ciclismo e dellโ€™agonismo e lo fa con due ultime pedalate. Prima, sulle vie di casa, al Giro del Veneto del 15 ottobre, per onorare i luoghi dove รจ cresciuto e poi sulla pista, che tanto gli ha saputo regalare, in occasione dei Mondiali di Santiago del Cile (22โ€“ 26 ottobre 2025). Dopodichรฉ, lโ€™azzurro scenderร  da quel sellino con il sorriso e lโ€™eleganza che lโ€™hanno sempre contraddistinto, sapendo di aver dato tutto. Classe 1989, Viviani รจ sereno, fiero del proprio percorso. Non potrebbe essere altrimenti dopo anni in cui ha conseguito straordinari successi e ha portato in alto i colori azzurri.

    Portabandiera ai Giochi di Tokyo 2020, insieme a Jessica Rossi, in bacheca vanta tre medaglie olimpiche su pista. Indimenticabile รจ lโ€™oro vinto nellโ€™omnium a Rio de Janeiro 2016 (nella foto), il bronzo, sempre nellโ€™omnium a Tokyo 2021 e lโ€™argento con Simone Consonni, nellโ€™americana, a Parigi 2024. Il palmarรจs รจ poi arricchito da otto podi mondiali e da piรน di dieci ori europei. Su strada ha collezionato 90 successi, tra cui spiccano le cinque tappe al Giro dโ€™Italia, tre alla Vuelta e una al Tour de France. Di seguito il suo pensiero di commiato affidato alla stampa.

    "Rifarei tutto. Sono contento della carriera che ho fatto, non posso rimproverarmi nulla. Forse manca allโ€™appello un titolo mondiale su strada, ma sono troppe le componenti che entrano in gioco.

    Il percorso della rassegna iridata di quellโ€™anno, a Doha, era adatto alle mie caratteristiche ma ho preferito concentrarmi sui Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016. Non puoi controllare le cose: ho vinto tappe al Giro dโ€™Italia, al Tour de France e alla Vuelta, non posso colpevolizzarmi per quello che non รจ arrivato.

    Ci sono stati momenti duri e batoste su strada. Penso a quando, nel 2013, persi lโ€™occasione di vincere la maglia rosa, nella prima tappa di Napoli, bruciรฒ tantissimo e non posso scordarmi di come andarono su pista le Olimpiadi di Londra 2012. Tutto serve, tutto รจ una tappa di passaggio per quello che devi arrivare ad ottenere: magari senza Londra non ci sarebbe stato il successo di Rio.

    Tutte le sconfitte, i momenti no, li ho vissuti come punti di partenza, come spinta per avere nuove motivazioni.

    Ho cominciato questโ€™ultima stagione volendo dimostrare qualcosa, volevo essere io a dire basta, anche se molti mi hanno chiesto in questi mesi se volessi smettere. So di essere ancora a un buon livello e per questo voglio chiudere ai Mondiali, puntando magari alla maglia iridata. In questa annata volevo dimostrare di essere competitivo e tornare in un grande Giro. Mi sono accorto che mi mancava vivere il ciclismo in un certo modo, essere davanti ai tifosi. La mia squadra mi ha dato la possibilitร  di correre la Vuelta: la vittoria รจ mancata per un soffio, ma nel complesso sono riuscito a giocarmela realmente solo un giorno, facendo fatica, cosa che ai giovani spesso non succede. รˆ giusto cosรฌ, serve consapevolezza. La fusione del team Lotto, con unโ€™altra squadra, mi ha convinto ancora di piรน che questo sarebbe stato lโ€™ultimo anno: giร  nel 2024 ci sono stati vari problemi e non volevo cambiare di nuovo. Ho vissuto questi mesi pensando che ogni gara potesse essere lโ€™ultima.

    Succede di passare dal vincere, come accaduto, anche quasi 20 gare, a nessuna: non รจ quello che voglio e volevo per me.

    Sai che รจ il momento di lasciare andare tutto quando non sei competitivo come sempre o per esserlo ogni cosa deve andare secondo i piani, quando un tempo non era cosรฌ.

    Fortunatamente, ma ne parlerรฒ piรน avanti, non mancano le proposte per il post carriera, ho voglia di lanciarmi in una nuova avventura. La prima con cui ho condiviso la scelta รจ stata mia moglie Elena, che da ciclista professionista, vive questo sport a 360ยฐ. Ha condiviso con me tutte le considerazioni del caso.

    Credo di avere avuto tanto dal ciclismo e soprattutto i giusti riconoscimenti. Fuori dal mio ambito sono conosciuto per il successo alle Olimpiadi di Rio o per aver fatto da portabandiera a Tokyo 2020. Nel mio mondo, la Federazione mi รจ sempre stata vicina. Su pista sono stato un punto di riferimento e per le mie caratteristiche, su strada, ho vinto tanto.

    Ricordo la prima tappa a Genova, inseguita per anni, nel 2015 e poi il Giro del 2018. Sono stati i 20 giorni piรน belli della mia carrieraโ€ฆin Italia davanti ai nostri tifosi, con quattro tappe vinte e la maglia ciclamino. Indimenticabile รจ anche la tappa vinta al Tour: solo conquistandone una capisci cosa significhi vincere in quella corsa. O ancora, il successo di Madrid alla Vuelta, con il sole che stava tramontando: la foto della premiazione ce lโ€™ho impressa nella mente proprio come se fossi lรฌโ€ฆ.

    Grazie al ciclismo ho avuto opportunitร  uniche e ho lasciato il segno in ogni posto, cosa che mi rende orgoglioso. Il mio sport mi ha formato, mi ha cresciuto e mi ha insegnato a vivere. Ho iniziato quando andavo a scuola, ho dovuto capire come gestire gli impegni, qualcosa che va oltre la dimensione da sportivo. Mi ha regalato soddisfazioni e ripagato degli sforzi fatti: ne valeva la pena.

    Ho cominciato a 8 anni, in una piccola squadra e grazie a un compagno che faceva ciclismo. Tutti praticavano calcio, io volevo provare qualcosa di diverso. Ho perso la mia prima gara contro un mio omonimo: non capita tutti i giorni di perdere contro qualcuno che si chiami Elia. In seguito, lโ€™ho battuto e abbiamo fatto un poโ€™ di gare insieme, siamo stati compagni di squadra. Il mio primo colpo di pedale รจ legato a una sconfitta.

    Non dimentico nemmeno il periodo tra i 17 e 18 anni, quando il ciclismo รจ diventato qualcosa di serio e sono aumentati gli impegni. Ogni momento della mia vita da sportivo, lโ€™ho vissuto accompagnato da persone giuste e posso dire di essere molto fortunato. In ogni passaggio di categoria ho sempre trovato ambienti sani che mi hanno permesso di crescere. Non posso non avere un pensiero per casa mia, dove tutto รจ iniziato. Per una serie di coincidenze, questโ€™anno, lโ€™arrivo del Tour del Veneto sarร  a Verona. Mi รจ sembrato il giorno perfetto per salutare le competizioni su strada. Sarร  una gara davanti ai miei tifosi e familiari e sarร  una giornata emozionante. Il percorso non รจ proprio nelle mie corde, un poโ€™ troppo duro, ma forse รจ meglio cosรฌ. Non dovrรฒ pensare solo alla mera prestazione, potrรฒ godermi ogni cosa al meglio. Si chiuderร  un cerchio. Sono appagato, orgoglioso soprattutto di quellโ€™oro olimpico, inseguito da quando lo persi a Londra: il podio di Rio รจ stato cercato e costruito. รˆ stato il risultato di un progetto e credo anche sia stato un trampolino di lancio per il movimento azzurro su pista. Sono infine fiero di aver rappresentato il mio Paese come portabandiera. รˆ stata premiata la persona e quello che ha fatto per questo sport."

    Elia Viviani

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