Alessandro Zanardi

    Quando Alex Zanardi parla di quel 15 settembre 2001 dice: "Una delle più grandi opportunità della mia vita". Parole che suonano straordinarie, come d'altronde lo è stata tutta la sua vita. Quel giorno era rimasto solo un litro di sangue nel suo corpo, i medici ancora si chiedono come sia sopravvissuto. Sedici operazioni, sette arresti cardiaci. "Poi solo cose belle". Germania, Lausitzring. L'uscita dai box, l'auto di Alex Tagliani che arriva, uno scontro terribile, vettura e pilota che si spezzano in due. Letteralmente. Gambe amputate, protesi, bastoni e carrozzine. "Ho saputo guardare a quello che era rimasto, non a ciò che mancava. Fortunatamente ho avuto in dote un inguaribile ottimismo". Il 2001 è l'anno del cambiamento, ma il nuovo Zanardi non è diverso dal vecchio. Mezzi e idee diverse, non modi di fare. E soprattutto non la voglia di vincere, nello sport e nella vita. L'incontro con Vittorio Podestà è un altro grande sliding doors: senza quello che oggi è suo compagno di Nazionale e di medaglie, chissà se Alex sarebbe ma salito su un'handbike.

    Passione, umiltà, divertimento. Ma soprattutto curiosità: "E' quella che stimola ogni mio tentativo, obiettivo, sogno. Mi ha fatto scorgere un'opportunità in ciò che mi stava capitando. Bisogna saper cogliere l'attimo. Avere il coraggio di provare, anche se gli altri lo reputano impossibile. Bisogna chiedersi a cosa teniamo, cosa vogliamo, cosa amiamo fare". A 51 anni, a lui nulla è precluso: "Sono come un buon vino rosso, miglioro invecchiando". Fino a diventare un vero simbolo dello sport mondiale. Gara dopo gara, medaglia per medaglia. Perché "per me lo sport è tutto, non potrei mai restare con le mani in mano". E infatti, quando gli chiedono se potrebbe fermarsi, risponde col sorriso: "E perché?".

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    MEDAGLIE D'ORO

    Campionato del Mondo Paraciclismo (Pietermatitzburgh) – Staffetta
    Campionato del Mondo Paraciclismo (Pietermatitzburgh) – Cronometro (H5)

    MEDAGLIA D'ARGENTO

    Campionato del Mondo Paraciclismo (Pietermatitzburgh) – Prova in linea (H5)

    Qui la sezione con tutti gli atleti premiati quest'anno.


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    Alessandro Zanardi

    Quando Alex Zanardi parla di quel 15 settembre 2001 dice: "Una delle più grandi opportunità della mia vita". Parole che suonano straordinarie, come d'altronde lo è stata tutta la sua vita. Quel giorno era rimasto solo un litro di sangue nel suo corpo, i medici ancora si chiedono come sia sopravvissuto. Sedici operazioni, sette arresti cardiaci. "Poi solo cose belle". Germania, Lausitzring. L'uscita dai box, l'auto di Alex Tagliani che arriva, uno scontro terribile, vettura e pilota che si spezzano in due. Letteralmente. Gambe amputate, protesi, bastoni e carrozzine. "Ho saputo guardare a quello che era rimasto, non a ciò che mancava. Fortunatamente ho avuto in dote un inguaribile ottimismo". Il 2001 è l'anno del cambiamento, ma il nuovo Zanardi non è diverso dal vecchio. Mezzi e idee diverse, non modi di fare. E soprattutto non la voglia di vincere, nello sport e nella vita. L'incontro con Vittorio Podestà è un altro grande sliding doors: senza quello che oggi è suo compagno di Nazionale e di medaglie, chissà se Alex sarebbe ma salito su un'handbike.

    Passione, umiltà, divertimento. Ma soprattutto curiosità: "E' quella che stimola ogni mio tentativo, obiettivo, sogno. Mi ha fatto scorgere un'opportunità in ciò che mi stava capitando. Bisogna saper cogliere l'attimo. Avere il coraggio di provare, anche se gli altri lo reputano impossibile. Bisogna chiedersi a cosa teniamo, cosa vogliamo, cosa amiamo fare". A 51 anni, a lui nulla è precluso: "Sono come un buon vino rosso, miglioro invecchiando". Fino a diventare un vero simbolo dello sport mondiale. Gara dopo gara, medaglia per medaglia. Perché "per me lo sport è tutto, non potrei mai restare con le mani in mano". E infatti, quando gli chiedono se potrebbe fermarsi, risponde col sorriso: "E perché?".

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