Report Ciclabilità 2015 Legambiente

l’A Bi Ci della ciclabilità realizzata da Legambiente in collaborazione con Mobilità Nuova

Lega Ambiente relazione 2015

C’è un’Italia che pedala è il dato principale di A B C della ciclabilità (Legambiente e Rete di Mobilità Nuova) , edizione 2015 sull'uso della bicicletta . Da questi ultimi dati emerge che nonostante tutto gli italiani sono prontissimi a pedalare appena si creano le minime condizioni per farlo.

Anche se la sensazione diffusa è che l’Italia che si sposta in bici arranchi in coda al gruppo delle nazioni settentrionali della UE, 20 comuni capoluogo vantano performance di ciclabilità di livello europeo: in quattro comuni capoluogo, Pesaro, Bolzano, Ferrara e Treviso, un quarto della popolazione si sposta a pedali .

Grazie all’azione dell’amministrazione locale o spontaneamente - il numero dei frequent bikers è in costante crescita.

Il dato che risalta e che oramai c’è una forte insofferenza rispetto a una quotidianità fatta quasi tutti i giorni "di ingorghi, stress, tempo perso, smog e così chi pedala prende sempre più spazio". La strada che le amministrazioni dei maggiori capoluoghi stanno prenedendo, è quella dell'aumento delle le zone con moderazione di velocità a 20 e 30 km/h e dell'uso di isole ciclopedonali che vanno ad aggiungersi all'offerta di ciclabili .

La ricerca ci indica che "in teoria a un’elevata dotazione di infrastrutture per la ciclabilità dovrebbe corrispondere un elevata percentuale di ciclisti urbani. Non sempre, invece, questi due elementi viaggiano in parallelo. Cremona, ad esempio, ha il doppio delle infrastrutture idonee alla ciclabilità di Bolzano ma le persone che si spostano in bici sono percentualmente circa la metà rispetto al capoluogo altoatesino. E considerazioni analoghe si possono fare confrontando Reggio Emilia e Pesaro oppure Brescia e Ferrara. Brescia ad esempio ha una buona dotazione di ciclabili, cicloparcheggi di scambio, bici a noleggio, una diffusa segnaletica per le due ruote. Eppure solo il 3% degli abitanti si muove quotidianamente a pedali. Ferrara, un’altra città padana altrettanto piatta e altrettanto ricca, ha infrastrutture e servizi analoghi, ma la quota di cittadini che si sposta in bici è nove volte più alta (il 27%) rispetto a quella del capoluogo lombardo. Pisa non ha nemmeno un terzo delle corsie protette per due ruote che ha Reggio Emilia eppure le percentuali di spostamenti a pedali in tutti e due i comuni sono a un buon livello (sopra il 15%)."

Insomma questa non simmetria tra piste ciclabili e ciclisti porta la fare la considerazione che necessita agire sull'intero sistema di mobilità di ogni realtà urbana. La moderazione della velocità e le isole pedonali sono altrettanto efficaci. Insomma "non bastano le ciclabili a fare i ciclisti"