9 Agosto Ago 2017 1147 6 years ago

La Gazzetta racconta gli 80 anni di Renato Longo

L'edizione odierna del quotidiano sportivo festeggia il compleanno del campione di ciclocross con un articolo a firma di Claudio Gregori

Renatolongo

RENATO LONGO, il più forte corridore di ciclocross della nostra storia, compie 80 anni. In un articolo a cura di Claudio Gregori, l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport ricorda il grande campione, che in carriera ha vinto 5 campionati del mondo e 13 titoli italiani (1 nel mezzofondo). Ecco l'articolo:

"È nato i19 agosto 1937 a San Lorenzo, frazione di Vittorio Veneto, in collina, a 366 metri sul livello del mare. «Nel 1951 mi sono trasferito a Milano a fare il panettiere. Lavoravo dall'una di notte a mezzogiorno», racconta Longo. «Ho lavorato in tre panetterie: in via Mascheroni, via Vincenzo Monti e in una di viale Certosa 4345, il cui proprietario era Tano Belloni, L'Eterno Secondo. Non avevo la possibilità di comprarmi la bici, però Belioni mi dava i biglietti per il Vigorelli. Mi sono avvicinato al ciclismo così. Nel 1955 ho comprato la prima bici usata. Ho conosciuto Amerigo Severini, che mi ha portato nella sua società e ad ottobre ho disputato le prime gare. L'11° gennaio 1956 ho vinto ad Alte Ceccato. La mia prima vittoria».

LA FAVOLA - La storia di Renato Longo assomiglia ad una favola. «Ho sempre continuato a lavorare», racconta. «Anche la domenica dovevo fare il pane. Alle 4 ero già al lavoro, però ero libero alle 10 e, se c'era una gara vicina, andavo a correrla. Correvo anche su strada e, con una bici a noleggio, su pista. Il primo titolo italiano l'ho vinto da Nettante nel mezzofondo». «Quando sono stato convocato per il Mondiale di Limoges, nel 1958, il mio datore di lavoro mi ha concesso qualche giorno di vacanza: mi sono piazzato quarto, con Severini secondo dietro a Dufraisse. L'anno dopo, a Ginevra, sono stato io a spezzare l'egemonia francese».

L'orgoglio scintilla ancora nelle parole di Renato Longo. La Francia aveva vinto 9 Mondiali di fila, il primo nel 1950 con Jean Robic, vincitore del Tour 1947, il rivale di Coppi. «Arrivato al vertice, sono stato costretto a licenziarmi. Sono passato professionista con un contratto da 400mila lire all'anno, ma da panettiere ne prendevo 47mila al mese. Ho corso con la Ignis di Borghi, l'Europhon e 8 anni con la Salvarani. Non mi sono arricchito con lo sport, però è stato bello. Ho visto il mondo. Ho vissuto quel periodo come un romanzo». Nel ciclocross ha duellato con Rolf Wolfshohl e Eric De Vlaeminck: per 15 anni i tre hanno monopolizzato la maglia iridata. «Il più forte è stato Wolfshohl, poi Eric De Vlaeminck. Noi tre siamo stati i più grandi nel cross», dichiara con fierezza.

ANCORA IN BICI - Renato Longo ricorda bene i cinque cam-pionati del mondo: «Il primo è indimenticabile, ma nel '62 ho vinto davanti al Granduca di Lussemburgo e, nel '64, a Overboelare, ho ribaltato il pronostico: il favorito era Ro-ger De Clercq. Nel '65, poi, ho vinto a Cavaria in Italia. E nel `67, a Zurigo, non ero il favorito, ed era nevicato, in una gara durissima ho doppiato tutti tranne i primi quattro».

Smesso di correre, ha lavorato per 25 anni alla Snia Viscosa di Vittorio Veneto. Ha sempre continuato a pedalare. Confida: «Faccio ogni giorno 30-35 km e c'è anche la salitella che porta a San Lorenzo...». Via, nel vento della bicicletta, ricco di ricordi che splendono.