"Tutti pensavano che io fossi un'intruso, ma ero io il perno della Nazionale italiana". Livio Trapè è l'ultimo arrivato, l'unico laziale in una affiatatissima squadra lombarda. I tecnici italiani, convinti della sua forza, lo hanno voluto in quel quartetto anche a rischio di minarne gli equilibri.
E la scelta risulta vincente, tanto che la vittoria alle Olimpiadi di Roma è strepitosa. Il primo gradino del podio è tutto loro: Giacomo Fornoni, Antonio Bailetti, Ottavio Cogliati e Livio Trapè.
"Abbiamo fatto una Cronometro (100 km a squadre, ndr) veramente, veramente forte", vincendo con il tempo di 2h 14' 33'' 53'''. La sfida contro Kapitonov gli nega la seconda Medaglia d'Oro, la delusione più grande della sua vita: una volata partita troppo presto, che brucia ancora nel cuore di Trapè.
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