Una vita dedicata al ciclismo, dalla vittoria alle Olimpiadi di Roma nel '60 ai successi da professionista. E ancora, a soli 28 anni, direttore sportivo dello squadrone della Faema capitanata dal campione del mondo Eddy Merckx. Ma non è tutto: CT della pista, vice di Alfredo Martini in tanti mondiali da Ostuni a Benindorn, presidente della Commissione Tecnica della Lega Ciclismo.
“Le due ruote sono state la mia vita” racconta commosso Marino Vigna. E ancora: “Da corridore non vinsi molto, ma vinsi bene”, come in quella Olimpiade dove raccolse l’Oro nell’Inseguimento a Squadre assieme ai compagni di squadra Franco Testa, Luigi Arienti e Mario Vallotto. Poi, sceso dalla bicicletta, salì immediatamente su un’importante ammiraglia: la Faema con Merckx e Adorni.
Nonostante fosse addirittura più giovane di qualche suo atleta dimostrò una grande capacità di gestione della squadra, e in quegli anni vinse di tutto: Giro d’Italia, Tour De France, Campionato del Mondo e Classiche. “Ho insegnato a Merckx ad andare... piano”. Sembra un eufemismo, ma chi ha vissuto quegli anni ricorda chiaramente un cambiamento nella gestione delle gare a tappe da parte del campione belga: imparò anche a risparmiare le energie, per affrontare i momenti cruciali della gara.
E oggi, chi è Marino Vigna? “La mia passione non mi consente di stare lontano dal mondo delle due ruote, attualmente sono il presidente della Commissione Tecnica della Lega Ciclismo”.
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