“Nel 1947 iniziai ad allenarmi con Fausto: io ero un allievo, lui il signor Coppi. Dicevano che ci assomigliassimo. Chissà, forse nel naso. Una volta la rivista Lo Sport Illustrato pubblicò un servizio, lui ed io, la sua faccia e la mia, le sue gambe e le mie. Il servizio si concludeva con una tesi, che invece di entusiasmarmi, mi pesava come una sentenza: “Il sosia di Coppi”. Ma io andavo, lui volava”.
Forse riusciva ad ammirare Fausto Coppi soltanto da lontano, ma ciò non toglie che Mino De Rossi sia stato un talento assoluto dell’inseguimento. Pistard genovese, Oro olimpico ad Helsinki nel '52 e gloria azzurra delle due ruote: ad appena vent'anni, nel '51, conquista il titolo mondiale dilettanti di inseguimento al Vigorelli battendo in finale il belga Glorieux. Successo che confermava le grandi possibilità di un atleta che - l'anno precedente - aveva stabilito il primo record dell'ora per dilettanti, coprendo sulla pista del Vigorelli km 42,481.
Lo nota subito Fausto Coppi che suggerisce al suo team, la Bianchi, di prenderlo in squadra. “Ero lì per dargli una mano, ma non era mica facile: per dargli una mano bisognava stargli vicino, ed essergli vicino era già un’impresa, almeno per me”. De Rossi, però, non tradisce le attese e nel '54 coglie il terzo posto in una delle classiche più ambite a livello mondiale, il Giro di Lombardia, proprio alle spalle di Coppi.
Oggi, si concede ancora qualche seduta domenicale con i suoi amici di un tempo, per quelle colline che sono state la sua palestra.
Qui la sezione dedicata a tutti gli insigniti di quest'anno.